SOSTANZE STUPEFACENTI:
CONSUMI E RISCHI LEGATI AL POSSESSO

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità "sono da considerare sostanze stupefacenti tutte quelle sostanze di origine vegetale o sintetica che agendo sul sistema nervoso centrale provocano stati di dipendenza fisica e/o psichica, dando luogo in alcuni casi ad effetti di tolleranza (bisogno di incrementare le dosi con l'avanzare dell'abuso) ed in altri casi a polidipendenza, cioè dipendenza dello stesso soggetto da più droghe". Il numero sempre più crescente di casi di tossicodipendenza e il notevole aumento di nuove sostanze stupefacenti evidenziano come le informazioni sulla droga siano di fondamentale importanza e necessarie per avere più chiarezza su quali possano essere gli effetti e i rischi legati al consumo di tali sostanze, ma soprattutto per comprendere come muoversi dinanzi al problema della tossicodipendenza.

Se sei interessato ad approfondire l’argomento puoi consultare la Relazione europea sulla droga 2020 dell’Osservatorio delle droghe e delle tossicodipendenze che trovi a questo link: VAI ALL'APPROFONDIMENTO

È IMPORTANTE SAPERE CHE...

  • il progetto QB mette a disposizione professionisti esperti con cui confrontarsi sul tema dell’uso delle sostanze e dei problemi ad esso connessi;
  • il servizio è gratuito e ad accesso diretto;
  • possono accedere anche i minorenni.

Sono costituite da numerose sostanze, naturali e di semisintesi, molte di esse note sin dai tempi antichi; hanno come effetto principale quello di produrre alterazioni psicosensoriali. Tali alterazioni possono comportare allucinazioni visive, uditive, olfattive, gustative e tattili. Inoltre possono indurre cambiamenti di umore. Le sostanze psichedeliche ed allucinogene rappresentano i più antichi tipi di “droga” con effetti sul Sistema Nervoso Centrale. Molti di essi sono noti da migliaia di anni presso varie civiltà. Al giorno d’oggi, sono presenti sul mercato clandestino composti di natura sintetica di grande potenza che riproducono gli effetti delle sostanze alcaloidi tratte dalle rispettive molecole vegetali: la sintesi di quest’ultime avvenne negli anni Sessanta e Settanta.

Allucinogeni di origine naturale: i più diffusi sono la Mescalina (Peiote), la Psilocina, la Psilocibi-na, la Bufotenina, il DMT (dimetiltriptamina) e la Ibogaina. La Mescalina è contenuta in alcune specie di cactus non spinosi, a forma di “bottoni”, diffusi soprattutto in Messico e nell’America Centrale. Viene assunta per via orale masticando o ingerendo pezzi essiccati; più raramente sotto forma di cristalli bianchi ottenuti per estrazione dalle piante.
La Psilocina e la Psilocibina sono presenti in molte varietà di funghi caratterizzati da gambo sottile e “cappello” poco carnoso e molto fragile; crescono in Messico e in alcune zone del Nord Europa; vengono assunte per via orale.
La Bufotenina, poco diffusa, si trova nelle foglie di alcune piante dell’America Centrale; viene estratta ed assunta per via endovenosa.
La DMT viene estratta da numerose piante che crescono in Centro e Sud America; si presenta in forma di cristalli e viene assunta prevalentemente per via orale.
L’lbogaina o Khat sì trova nelle radici di una pianta che cresce in Africa; viene assunta per via orale.

Allucinogeni di sintesi: i più noti sono costituiti da Fenciclidina, DOM. DOB, TMA, DET, 2C-B, 2C-I.
La Fenciclidina (PCP nota come “polvere degli angeli” o “pillola della pace”) è poco diffusa in Italia e viene assunta prevalentemente fumandola mescolata al tabacco o a preparati di cannabis; più rara la via orale o endovena.
DOM, DOB, TMA, DET, 2C-B, 2C-I.: si trovano in forma di compresse artigianali o in polvere; si tratta di sostanze con struttura chimica riferibile a quella dell’amfetamina, ma che differiscono per la loro attività allucinogena.

Allucinogeni di semisintesi: I’LSD è quello più noto e diffuso. Si prepara partendo dall’acido lisergico contenuto in un fungo parassita della Segale Cornuta. Si tratta di un liquido incolore che viene assunto per via orale e si trova nel commercio clandestino assorbito su piccoli francobolli, su zollette di zucchero ed altri supporti.
La Ketamina (nota anche come K, Special K) usata come anestetico in campo veterinario è nota per la sua azione psichedelica e dissociativa, è utilizzata come “stupefacente” e si trova nel mercato illecito in maniera crescente. Viene prevalentemente utilizzata per via nasale (Snorking) e per via intramuscolare. Si presenta in forma di polvere bianca o liquido incolore.

EFFETTI
Di tutte le sostanze allucinogene descritte solo la fenciclidina (PCP) dà assuefazione ed è in grado di produrre una dipendenza accompagnata da sindrome di astinenza.

DIPENDENZA - TERAPIA
Gli effetti degli allucinogeni variano in funzione sia del tipo di sostanza che delle quantità assunte.
Gli effetti principali indotti sono: tachicardia, midriasi, tremori, nausea, ipertermia, ipertensione, psicosi tossica (di tipo delirante o dominata da ansia e tremore), stati di panico.

La cocaina è un prodotto naturale estratto dalle foglie della pianta di coca (Erythroxylon coca Lam). Questo arbusto tropicale è coltivato in maniera diffusa nella catena Andina, in America del sud, ed è l’unica fonte naturale conosciuta della cocaina. Prodotta normalmente come cloridrato, è impiegata limitatamente in campo medico come anestetico topico. La base libera, conosciuta a volte come crack, è una forma fumabile di cocaina. Sin dai tempi antichi, le foglie di coca vengono usate dalle popolazioni indigene dell’America meridionale come stimolanti. A partire dai primi anni del ventesimo secolo, si è fatto un abuso di cocaina purificata come stimolante del sistema nervoso centrale. La cocaina è sotto controllo internazionale.

La cocaina in base libera (free base) e il sale cloridrato sono polveri bianche. Quando si presenta sotto forma di crack, la cocaina base assume di solito la forma di piccoli grumi (100-200 mg).

COME VIENE USATA
Nell’uso illecito, la cocaina viene tipicamente sniffata (insufflata), in modo da essere assorbita attraverso la mucosa nasale. L’ingestione porta alla perdita di attività dell’intestino attraverso l’idrolisi enzimatica. Il crack è una forma fumabile di cocaina. L’iniezione di cocaina è meno comune. Il livello medio di purezza della cocaina in Europa è alto e quello del crack generalmente ancora più alto, ma dipende non soltanto dalla purezza della cocaina utilizzata nella sua produzione ma anche dal metodo di produzione. Gli adulteranti comuni della cocaina sono la fenacetina, la lidocaina, la benzocaina, la procaina, la caffeina, il paracetamolo e gli zuccheri.

EFFETTI PSICOATTIVI
La cocaina ha un effetto stimolante sul sistema psicomotorio simile all’amfetamina ed ai relativi composti. Aumenta le concentrazioni del trasmettitore sia nella sinapsi noradrenergica che in quella dopaminergica e agisce anche come agente anestetico. Come l’amfetamina, induce euforia, tachicardia ed ipertensione ed è un inibitore dell’appetito.

CONSEGUENZE PER LA SALUTE NEL BREVE E LUNGO PERIODO
La cocaina ha anche una forte potere rinforzante, sviluppando una rapida dipendenza psicologica, un effetto ancora più marcato tra quelli che fumano cocaina base. Dopo una dose da 25 mg, i livelli ematici raggiungono un picco nell’intervallo 400-700 μg / La seconda della modalità di assunzione. Se consumata insieme all’alcol, la cocaina sviluppa anche il metabolita coca etilene. Nelle urine si può trovare della cocaina non modificata. L’emivita plasmatica della cocaina è di 0,7-1,5 ore. La dose minima letale è stimata in 1,2 g, ma soggetti sensibili sono morti per una dose di appena 30 mg applicata alle membrane mucose.

La cocaina è un prodotto naturale estratto dalle foglie della pianta di coca (Erythroxylon coca Lam). Questo arbusto tropicale è coltivato in maniera diffusa nella catena Andina, in America del sud, ed è l’unica fonte naturale conosciuta della cocaina. Prodotta normalmente come cloridrato, è impiegata limitatamente in campo medico come anestetico topico. La base libera, conosciuta a volte come crack, è una forma fumabile di cocaina. Sin dai tempi antichi, le foglie di coca vengono usate dalle popolazioni indigene dell’America meridionale come stimolanti. A partire dai primi anni del ventesimo secolo, si è fatto un abuso di cocaina purificata come stimolante del sistema nervoso centrale. La cocaina è sotto controllo internazionale.

La cocaina in base libera (free base) e il sale cloridrato sono polveri bianche. Quando si presenta sotto forma di crack, la cocaina base assume di solito la forma di piccoli grumi (100-200 mg).

COME VIENE USATA
Nell’uso illecito, la cocaina viene tipicamente sniffata (insufflata), in modo da essere assorbita attraverso la mucosa nasale. L’ingestione porta alla perdita di attività dell’intestino attraverso l’idrolisi enzimatica. Il crack è una forma fumabile di cocaina. L’iniezione di cocaina è meno comune. Il livello medio di purezza della cocaina in Europa è alto e quello del crack generalmente ancora più alto, ma dipende non soltanto dalla purezza della cocaina utilizzata nella sua produzione ma anche dal metodo di produzione. Gli adulteranti comuni della cocaina sono la fenacetina, la lidocaina, la benzocaina, la procaina, la caffeina, il paracetamolo e gli zuccheri.

EFFETTI PSICOATTIVI
La cocaina ha un effetto stimolante sul sistema psicomotorio simile all’amfetamina ed ai relativi composti. Aumenta le concentrazioni del trasmettitore sia nella sinapsi noradrenergica che in quella dopaminergica e agisce anche come agente anestetico. Come l’amfetamina, induce euforia, tachicardia ed ipertensione ed è un inibitore dell’appetito.

CONSEGUENZE PER LA SALUTE NEL BREVE E LUNGO PERIODO
La cocaina ha anche una forte potere rinforzante, sviluppando una rapida dipendenza psicologica, un effetto ancora più marcato tra quelli che fumano cocaina base. Dopo una dose da 25 mg, i livelli ematici raggiungono un picco nell’intervallo 400-700 μg / La seconda della modalità di assunzione. Se consumata insieme all’alcol, la cocaina sviluppa anche il metabolita coca etilene. Nelle urine si può trovare della cocaina non modificata. L’emivita plasmatica della cocaina è di 0,7-1,5 ore. La dose minima letale è stimata in 1,2 g, ma soggetti sensibili sono morti per una dose di appena 30 mg applicata alle membrane mucose.

L’eroina è un preparato grezzo della diamorfina. È un prodotto semisintetico ottenuto dall’acetilazione della morfina, a sua volta, ricavata dall’oppio, il lattice estratto dalle capsule di talune specie di papavero (per es. il Papaver sonniferum L.). Questo lattice viene fatto essiccare e il materiale così ottenuto (oppio) viene sparso in una soluzione acquosa di idrossido di calcio (calce spenta). L’alcalinità viene poi corretta aggiungendo cloruro di ammonio che fa precipitare la morfina base. Fino alla fine degli anni ’70 quasi tutta l’eroina consumata in Europa proveniva dal sud-est asiatico, ma ora la maggior parte proviene dall’Asia sud-occidentale, in una zona che comprende Afghanistan e Pakistan. L’eroina viene anche prodotta in alcune zone del Sudamerica, ma questo tipo di sostanza difficilmente arriva in Europa.

L’eroina del sud-est asiatico è una polvere marrone (brown sugar) di solito in forma di base libera, che non è solubile in acqua ma in solventi organici. Si trova anche in polvere bianca in forma di sale idrato di cloridrato, che è solubile in acqua ma insolubile in solventi organici.

COME VIENE USATA
L’eroina può essere sniffata o fumata riscaldando la sostanza ed inalando il vapore. L’eroina viene assunta anche con un uso iniettivo, dopo averla resa solubile.

EFFETTI PSICOATTIVI
La diamorfina, come la morfina e molti altri oppiacei, produce analgesia. Si comporta come un agonista in un gruppo complesso di recettori che normalmente sono attivati da peptidi endogeni noti come endorfine. A parte l’analgesia, la diamorfina produce sonnolenza, euforia e senso di distacco. Gli effetti soggettivi successivi all’iniezione sono noti come “rush” e sono associati a senso di calore e piacere, seguito da un prolungato periodo di sedazione.

CONSEGUENZE PER LA SALUTE A BREVE TERMINE
Tra gli effetti negativi compaiono crisi respiratoria, nausea e vomito, diminuzione della motilità del tratto gastrointestinale, repressione del riflesso della tosse ed ipotermia.

DANNI ALLA SALUTE NEL LUNGO PERIODO
L’uso ripetuto porta alla tolleranza ed alla dipendenza fisica. La cessazione dell’uso in soggetti tolleranti porta ai caratteristici sintomi da astinenza. La diamorfina è 2-3 volte più potente della morfina. La dose minima letale stimata è 200 mg, ma le persone dipendenti potrebbero tollerare una dose anche 10 volte maggiore. Dopo l’iniezione la diamorfina supera la barriera sangue-cervello in 20 secondi, con circa il 70% della dose che raggiunge il cervello. La diamorfina è associata ad overdose ed avvelenamenti fatali molto più di altre sostanze controllate. Buona parte del tasso di morbosità è causata da agenti patogeni trasmessi attraverso iniezioni non igieniche.

La Dietilamide dell’Acido Lisergico (LSD) è un allucinogeno semisintetico tra i più potenti mai conosciuti. Il suo uso è divenuto popolare tra gli anni ‘60 e gli anni ‘80, ma ora è meno comune. L’LSD è stata sintetizzata la prima volta da Albert Hoffmann per i laboratori Sandoz di Basilea nel 1938. Alcuni anni dopo, durante una rivalutazione del composto, questi ne ingerì accidentalmente una piccola quantità e descrisse il primo “trip”. Negli anni ‘50 e‘60 la Sandoz ne fece una valutazione per scopi terapeutici e la commercializzò col nome di Delysid. L’uso “ricreativo” è iniziato negli anni ‘60 ed è associato al “periodo psichedelico”. Si pensa che la maggior parte dell’LSD venga prodotto fuori dell’Europa, ma la preparazione secondaria di dosi, immergendo o spruzzando quadratini di carta, avviene anche sul territorio europeo. Queste dosi riportano di solito disegni colorati con personaggi dei cartoni, motivi astratti e geometrici.

L’LSD di solito viene prodotto come sale di tartrato, che è incolore, inodore e solubile in acqua. Le dosi di strada si presentano sotto forma di “quadratini di carta assorbente” stampati con disegni caratteristici e perforati in modo da poter essere ritagliati in piccoli francobolli (di solito 7 mm) contenenti ciascuno una singola dose. Ogni foglio contiene circa 100 dosi. L’LSD si rinviene meno comunemente in forma di piccole pastiglie (“puntini”) di 2-3 mm di diametro o di piccoli quadrati di colla di pesce (“vetrate”) ovvero in capsule. Talvolta si incontrano soluzioni di LSD in acqua o alcool.

COME VIENE USATO
L’LSD viene assunta per via orale. Le dosi di carta vengono messe sulla lingua, dove la droga viene assorbita rapidamente. Le pastiglie o le capsule vengono invece inghiottite.

EFFETTI PSICOATTIVI
La modalità di azione dell’LSD non è ben chiara. Si pensa che interagisca col sistema serotoninergico. È tra le droghe conosciute più potenti ed è attiva in dosi a partire da 20 microgrammi. Le dosi comuni vanno da 20 a 80 microgrammi, anche se in passato si potevano trovare dosi fino a 300 microgrammi. Gli effetti fisici (cioè pupille dilatate, leggera ipertensione e occasionalmente aumento della temperatura corporea) appaiono per primi. I cambiamenti percettivo-sensoriali sono le caratteristiche rilevanti dell’LSD. Disturbi visivi vengono percepiti con gli occhi chiusi o aperti e possono sostanziarsi in forme geometriche o numeri inseriti in schemi. Si vedono lampi di colore intenso ed oggetti fissi possono sembrare in movimento e dissolversi. La percezione sensoriale incrociata (sinestesia), come nel caso del cosiddetto “udito colorato”, può verificarsi quando suoni e voci o musica evocano la percezione di particolari colori o forme. La percezione del tempo può sembrare rallentata. Quando viene assunta per via orale, gli effetti sono visibili entro circa 30 minuti e possono continuare per 8-12 ore o anche più a lungo. La durata e l’intensità degli effetti dipendono dalla dose.

CONSEGUENZE PER LA SALUTE A BREVE TERMINE
Le reazioni di panico (“trip negativi”) possono essere così gravi da richiedere l’intervento medico. I pazienti di solito si riprendono in alcune ore ma a volte le allucinazioni durano fino a 48 ore e gli stati psicotici per 3 /4 giorni. Gli effetti sono molto influenzati dallo stato mentale dell’individuo e dall’ambiente in cui la droga viene assunta.

DANNI ALLA SALUTE NEL LUNGO PERIODO
A volte possono determinarsi disturbi sensoriali noti come “flashback”. Effetti collaterali seri, quali atti irrazionali che portano al suicidio o a morti accidentali, sono abbastanza rari ma reali. Decessi attribuiti ad overdose di LSD sono virtualmente sconosciute.

I cannabinoidi sintetici sono funzionalmente simili al tetraidrocannabinolo (THC), il principio attivo primario nella cannabis. I cannabinoidi sintetici agiscono sugli stessi recettori della cannabis nel cervello e in altri organi. Più correttamente indicati come agonisti del recettore del cannabinoide, tali sostanze sono state inizialmente adoperate con finalità terapeutiche nel trattamento del dolore cronico. Tuttavia si è rivelato difficile separare le proprietà mediche dagli effetti psicoattivi indesiderati.
Alla fine del 2008 sono stati individuati alcuni cannabinoidi sintetici in miscele vegetali da fumare o nei cosiddetti incensi e profumatori d’ambiente. Tra questi i più diffusi erano Spice Silver, Spice Gold e Yucatan Fire ma tanti altri sono entrati poi a far parte dei prodotti denominati Spice. Questi prodotti non contengono tabacco o cannabis ma, se fumati, producono effetti simili a quelli della cannabis ad altro tenore di THC.

Allo stato puro queste sostanze si presentano in forma liquida (olio) o solida. Le miscele da fumare sono vendute in piccoli pacchetti di alluminio, in genere da 3 grammi, contenenti sostanza vegetale essiccata alla quale sono aggiunti uno o più cannabinoidi. A volte la miscela vegetale è spruzzata con una soluzione composta da cannabinoidi. Molte delle piante sono spesso elencate sulla confezione, ma molte altre sono invece omesse. La presenza di più cannabinoidi potrebbe essere finalizzata a confondere l’identificazione chimica-forense dei prodotti psicoattivi.

COME VENGONO USATI
Come accade con la cannabis le miscele vegetali che contengono cannabinoidi vengono il più delle volte fumate.

EFFETTI PSICOATTIVI
Gli agonisti dei recettori dei cannabinoidi imitano gli effetti del THC e dell’anandamide interagendo con il recettore CB1 nel cervello. Studi in vitro hanno dimostrato che alcuni composti sintetici si legano più fortemente a questo recettore rispetto al THC. Tutti i cannabinoidi presenti nelle miscele per fumatori hanno, come il THC, un’alta affinità per il recettore CB1. Si sa poco della farmacologia dettagliata e della tossicologia dei cannabinoidi sintetici e sono stati pubblicati pochi studi formali sull’uomo. È possibile che, a parte l’elevata potenza, alcuni cannabinoidi possano avere emivite particolarmente lunghe che potenzialmente possono portare a un prolungato effetto psicoattivo.

L’MDMA è una sostanza sintetica comunemente nota come ecstasy, anche se questo termine ora viene usato in maniera generalizzata, individuando una vasta gamma di sostanze talvolta diverse fra di loro. Nonostante sia stato ipotizzato un suo impiego in psichiatria, l’uso terapeutico è estremamente limitato. L’MDMA illegale normalmente è in pastiglie, molte delle quali prodotte in Europa. L’MDMA è un derivato dell’amfetamina e appartiene alla famiglia delle fenetilammine. Sono comparsi nel tempo vari composti omologhi con effetti simili, ad esempio MDA, MDEA, MBDB, riscontrando tuttavia minor successo. I termini di strada con cui si individua l’MDMA sono Adam e XTC, ma spesso il nome della pasticca o della compressa riprende il logo che vi è impresso.

Si presenta come polvere bianca o biancastra oppure in cristalli solubili in acqua. I prodotti illegali si presentano soprattutto in forma di pastiglie colorate, su cui sono impressi simboli, e meno comunemente di polveri bianche o capsule. L’MDMA base è un olio senza colore non solubile in acqua.

COME VIENE USATA
L’MDMA in pasticche è assunta per via orale, ma la presentazione in polvere può essere sniffata o inalata anche se quest’ultime modalità vengono raramente riscontrate in ambito “ricreativo”.

EFFETTI PSICOATTIVI
L’ingestione di MDMA causa euforia, aumento della sensibilità sensoria e marcata stimolazione centrale. È meno allucinogena del suo omologo inferiore, l’MDA. Dopo l’ingestione la maggior parte della dose di MDMA viene espulsa immutata nelle urine.

DANNI ALLA SALUTE NEL LUNGO PERIODO
Sono stati registrati casi di morte in seguito all’assunzione di dosi superiori a 300 mg, ma la tossicità dipende da molti fattori, tra cui la predisposizione individuale e le circostanze in cui l’MDMA viene usata.

La metanfetamina agisce come stimolante del sistema nervoso centrale. È stata prodotta per la prima volta in Giappone nel 1919 e attualmente ha usi medici limitati; per la maggior parte viene prodotta in laboratori clandestini, in particolare negli USA e in Oriente.

La metanfetamina base è incolore, volatile e insolubile in acqua. Il sale più comune è il cloridrato che si presenta come polvere bianca o biancastra o come cristalli solubili in acqua. I prodotti illegali si presentano soprattutto in polvere ma il cloridrato (puro cristallino) è noto come “ice” (ghiaccio). Le pastiglie contenenti metanfetamina possono avere dei simboli simili a quelli rilevati sull’MDMA ed altre pastiglie di ecstasy.

COME VIENE USATA
La metanfetamina può essere ingerita, sniffata e, meno comunemente, iniettata o fumata. Il cloridrato di metanfetamina, in particolare la forma in cristalli (ice), è sufficientemente volatile da essere fumato. In caso di ingestione, una dose può variare da alcune decine a diverse centinaia di milligrammi a seconda della purezza e della composizione isomerica.

EFFETTI PSICOATTIVI
La metanfetamina è uno stimolante del sistema nervoso centrale che causa ipertensione e tachicardia con senso di accresciuta sicurezza, socievolezza ed energia. Elimina l’appetito e la fatica e può portare all’insonnia. Con l’uso orale di solito gli effetti iniziano in 30 minuti e durano varie ore.

CONSEGUENZE PER LA SALUTE A BREVE TERMINE
In seguito, i consumatori diventano irritabili, agitati, ansiosi, depressi e apatici. La metanfetamina aumenta l’attività dei sistemi noradrenergico e dopaminergico.

DANNI ALLA SALUTE NEL LUNGO PERIODO
L’uso ricorrente della metanfetamina provoca diversi cambiamenti neurochimici e neuroanatomici. La dipendenza – come dimostrato dall’aumento della tolleranza – causa deficit di memoria, difficoltà nel prendere decisioni e nel ragionamento verbale. Alcuni dei sintomi assomigliano a quelli della schizofrenia paranoide. Tali effetti possono perdurare ben oltre l’uso della droga. L’iniezione di metanfetamina comporta gli stessi rischi di infezione virale (per es. l’HIV e l’epatite) di altre droghe iniettabili. Quando la metanfetamina viene fumata raggiunge il cervello più velocemente.

Le benzodiazepine sono largamente utilizzate in medicina per la cura dell’ansia e dell’insonnia. Sono sostanze sintetiche che agiscono come depressori del sistema nervoso centrale. Il clordiazepossido fu il primo ad essere sintetizzato nel 1957 e venne introdotto in medicina nel 1961.

Si presentano in forma di compresse, capsule, fiale da iniettare (es. diazepam, lorazepam, midazolam) ed infine supposte.

ASSUNZIONE
In generale, le benzodiazepine vengono ingerite sotto forma di compresse, ma possono essere anche assunte per via iniettiva per fini medici e non; si hanno inoltre segnalazioni di un loro abuso intranasale (sniffare).

EFFETTI PSICOATTIVI
Le benzodiazepine appartengono al gruppo dei depressori del sistema nervoso centrale, che inducono sensazioni di calma (ansiolitici), stordimento e sonno. Agiscono, facilitando il legame del neurotrasmettitore inibitorio (GABA) su diversi ricettori GABA in tutto il sistema nervoso centrale. Rispetto a droghe di più recente diffusione, come i barbiturici, le benzodiazepine hanno meno probabilità di portare alla depressione, potenzialmente fatale, del sistema nervoso centrale e, di conseguenza sono ampiamente utilizzate in medicina per curare l’ansia (ansiolitici) e l’insonnia (sedativi/ipnotici), nonché altre condizioni psicologiche come gli attacchi ed i disturbi di panico. Non c’è una netta distinzione tra ansiolitici ed ipnotici, dal momento che la maggioranza degli ansiolitici induce il sonno, se presi di sera, e la maggior parte degli ipnotici ha un effetto sedativo se presi di giorno.

CONSEGUENZE PER LA SALUTE A BREVE TERMINE
L’emivita varia tra i soggetti ed i più anziani tendono a smaltire queste droghe molto più lentamente, con la conseguenza di essere maggiormente soggetti agli effetti collaterali, tra i quali stordimento, atassia (difficoltà nell’eseguire movimenti volontari), confusione mentale, giudizio alterato e amnesia anterograda. Si registra un aumento significativamente crescente di rischio di reazioni avverse nei soggetti più anziani come cadute, diminuzione della funzione cognitiva, guida alterata, quest’ultima non limitata solo a questa categoria di persone. Secondo alcuni studi europei, a parte l’alcol, le benzodiazepine, insieme alla cannabis, sono le sostanze psicoattive prevalenti tra la popolazione che guida. Studi sperimentali dimostrano che queste droghe alterano la capacità di guida e, associate all’alcol, fanno aumentare significativamente il rischio di essere coinvolti o causare incidenti stradali.

DANNI ALLA SALUTE NEL LUNGO PERIODO
L’intossicazione da benziodiazepine può essere associata a disinibizione nel comportamento, che conduce potenzialmente a comportamenti ostili o aggressivi. L’uso combinato di alcol e benzodiazepine aumenta anche il rischio di un’overdose fatale perché entrambi agiscono come depressori del sistema nervoso centrale. Un’interazione fatale simile può verificarsi quando si assumono oppiacei e benzodiazepine, come parte di uno schema di poliassunzione. Un numero significativo di consumatori problematici, ingeriscono, “sniffano” o iniettano alte dosi di benzodiazepine per accrescere gli effetti euforizzanti degli oppiacei e minimizzare gli effetti spiacevoli degli psicostimolanti. Il rapporto annuale dell’OEDT sullo stato del problema droga in Europa evidenzia che l’uso concomitante di benzodiazepine ed oppiacei è uno dei fattori di maggior rischio nei casi di morte per droga. C’è anche il rischio di sviluppare una dipendenza incrociata rispetto alle benzodiazepine. I segni ed i sintomi di astinenza possono essere classificati come maggiori o minori, alla stregua di quelli della sindrome da alcol. Secondo detta classificazione, tra i sintomi minori figurano ansia, insonnia e incubi. Tra i sintomi maggiori si registrano disturbi percettivi, psicosi, iperpiressia e convulsioni che mettono a rischio la vita. Il Flunitrazepam (Rohypnol®) è, secondo i rapporti dei media, la benzodiazepina maggiormente legata alle aggressioni sessuali facilitate dalla droga e viene chiamata ancora più comunemente la “droga dello stupro”. Alcuni studi riportati nella scheda dati tecnica sulle aggressioni sessuali facilitate da droga e alcol (OEDT 2008) suggeriscono che in detti casi l’alcol e le benzodiazepine sono un problema sottovalutato.

USO IN MEDICINA
A livello medico, le benzodiazepine dovrebbero essere utilizzate soltanto come rimedio a breve termine per l’ansia e l’insonnia grave e inabilitante, in quanto tolleranza e dipendenza possono sopraggiungere anche dopo settimane dal momento in cui si è iniziato ad usarle.

Fonte: Tutte le informazioni sopra riportate sono state estrapolate dal sito del Ministero dell’Interno – Direzione centrale per i Servizi Antidroga